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Sostenibilità

Biometano Hyst per i trasporti dell’Unione Europea

L’utilizzo dei carburanti fossili tradizionali (benzina e diesel) comporta l’immissione in atmosfera di gas serra nella misura di circa 83,8 gCO2eq/MJ*. Dall’estate 2012 i biocarburanti introdotti nei mercati dell’Unione Europea devono ridurre tali emissioni di almeno il 35% (54,4 gCO2eq/MJ); il biodiesel prodotto dall’olio di palma importato dall’Asia non è in grado di raggiungere questo limite.
Dal 2017 la riduzione delle emissioni dovrà arrivare al 50% (41,9 gCO2eq/MJ) e il biocarburante più utilizzato sul territorio dell’Unione, il biodiesel da olio di colza, dovrà uscire di scena. Dal 2018 sarà richiesta una riduzione delle emissioni pari ad almeno il 60% (33,5 gCO2eq/MJ) e, ad oggi, solo l’etanolo importato dal Brasile ha possibilità di sostenere questi standard.

Il biometano Hyst prodotto da residui delle attività agricole in codigestione con i reflui degli allevamenti non solo sarà in grado di rispettare agevolmente gli obblighi europei, ma risulterà addirittura assorbire CO2 dall’atmosfera (-9 gCO2eq/MJ). Questo risultato è permesso dalla capacità del processo Hyst di utilizzare i residui agricoli con consumi energetici irrisori, unitamente ai notevoli benefici ambientali derivanti da una migliore gestione dei reflui degli allevamenti.

Emissioni serra [gCO2eq/MJ]

* Grammi di CO2 equivalenti per unità di energia (MJ) liberata dalla combustione del carburante. La combustione di un litro di benzina produce energia per 32,2 MJ ed emissioni di gas serra per circa 2,69 kg di CO2 equivalenti.