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Biogas – biometano

In Italia la produzione di energia tramite biogas ha conosciuto un momento di forte crescita. I digestori vengono però oggi alimentati prevalentemente con insilato di mais, appositamente coltivato, riproponendo il conflitto “food-no food” per lo sfruttamento delle risorse.
Per superare questo conflitto ed evitare che gran parte delle risorse alimentari e del suolo agricolo vengano destinati a usi energetici occorre un’adeguata valorizzazione dell’immenso patrimonio di residui lignocellulosici generati dalle attività agricole.

La tecnologia Hyst realizza oggi questa possibilità, rendendo i residui agricoli più produttivi delle colture dedicate e raggiungendo un risultato che l’International Energy Agency riteneva possibile solo tra 10-12 anni (IEA, Sustainable Production of Second-Generation Biofuels, 2010).
In Italia, ogni anno, l’agricoltura crea oltre 20 milioni di tonnellate di paglie e residui di potatura. Pretrattati con il sistema Hyst, in codigestione con i reflui degli allevamenti, questi scarti hanno il potenziale di supplire a circa il 10% del fabbisogno nazionale di gas naturale.

Il D.Lgs. 3 marzo 2011, n.28 consente anche in Italia, sulla scia di molti paesi europei, l’integrazione del biometano* nella rete del gas naturale. Tra poco quindi il biometano sarà utilizzato per alimentare utenze industriali e fare il pieno alle nostre automobili.
Nuove prospettive economiche e occupazionali si aprono per il paese, soprattutto per il meridione, escluso dal mercato del biogas ma ricchissimo di quelle biomasse che la tecnologia Hyst può trasformare in oro verde… senza “consumare” il cibo del mondo.

Il sistema Hyst è l’unica soluzione proponibile per produrre biocarburanti di seconda generazione.

La filiera del biometano Hyst:

  • si inserisce in un contesto già maturo a livello industriale;
  • ha costi di realizzazione molto contenuti;
  • risulta competitiva con i carburanti tradizionali già con realizzazioni di piccola taglia, con basso impatto sul territorio e in grado di reperire la biomassa necessaria (circa 25,000 t/anno) in un raggio di 15-20 km dall’impianto;
  • è in grado di assorbire CO2 dall’atmosfera (GHG negative) e, inoltre, fornisce soluzione al grave problema del corretto smaltimento dei liquami zootecnici.

* Il biometano è il risultato della purificazione (upgrading) del biogas prodotto nei comuni digestori anaerobici, questo combustibile potrà essere immesso nella rete dei gasdotti ed usato anche per l’autotrazione.